sabato 28 luglio 2018

Come utilizzare del semplice aceto per dimagrire

L’aceto è un prodotto che in troppi riconducono semplicemente al condimento.

Seppur l’aceto balsamico sia un gustoso valore aggiunto per la tua insalata, ridurre tale alimento a questa funzione è decisamente riduttivo.

Gli utilizzi tradizionali infatti, lo vedono impiegato in una disparata serie di settori e campi anche molto distanti tra loro.

Aceto per dimagrire? Ecco come fare

Tra i rimedi delle nostre nonne, c’è uno che riguarda l’aceto (nello specifico di mele) e le sue capacità di aiutarti a mantenere una linea invidiabile.

Non si tratta di semplici credenze: recentemente infatti, alcuni nutrizionisti hanno avvalorato questa tesi, sottolineando come utilizzando l’aceto in modo corretto, questo possa realmente avere effetto di rafforzamento di un regime alimentare specifico.

Il segreto dimagrante dell’aceto

L’odore può non essere dei più piacevoli, ma va sottolineato come tale prodotto aiuti a bruciare le calorie e acceleri il metabolismo. Ma qual è dunque il metodo migliore per sfruttare queste proprietà così interessanti?

Un buon metodo potrebbe essere mischiare due cucchiaini da caffé di aceto di mele in un bicchiere d’acqua. Fatto ciò, assumilo una decina di minuti prima di cominciare qualunque pasto.

Quali sono gli effetti di questa abitudine così insolita? Devi sapere che l’aceto di mele ha un effetto fortemente depurativo e tonificante, che agisce con grande efficacia anche quando si hanno particolari problemi di cellulite.

Grazie ai minerali che contiene, la sua assunzione contribuisce alla regolazione del metabolismo, andando dunque a influire positivamente sulla tua linea.

Naturalmente non aspettarti miracoli semplicemente bevendo un bicchiere di acqua e aceto! Questo rimedio può essere utile da abbinare a un regime alimentare  ben congegnato per la tua situazione specifica.

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sabato 21 luglio 2018

Come usare la mente per dimagrire

A quanto pare non si tratta di una bufala, in quanto dietro questa affermazione piuttosto bizzarra vi è una ricerca condotta da alcuni ricercatori tedeschi dell’Università di Tubinga.

Secondo quanto affermato dagli scienziati, quando stiamo decidendo cosa mangiare, basta concentrarsi sugli effetti dei singoli alimenti per modificare di riflesso le nostre abitudini alimentari in maniera anche radicale.

Concentrarsi sulla propria salute è già di per sé un modo per non ingrassare

Secondo quanto presentato dagli studiosi tedeschi in occasione della Society for the Study of Ingestive Behaviour (una conferenza internazionale con cadenza annuale interamente concentrata sulla ricerca alimentare) lo studio avrebbe delle solide fondamenta.

I ricercatori hanno invitato dei volontari (di tutti i tipi di pesi) a concentrarsi sulle informazioni riguardanti i loro pasti per ottenere maggiore consapevolezza di ciò che stavano per mangiare. A quanto pare, così facendo, le calorie assunte dalle stesse pietanze sono state inferiori al solito.

Due gruppi di volontari

I partecipanti ai test sono stati suddivisi in due distinti gruppi: il primo si è focalizzato sugli effetti del cibo sulla salute, sul piacere scaturito dall’ingerire quest’ultimi e sulla convinzione di rimanere poi sazi fino all’ora di cena.

Nel secondo gruppo è invece si è potuto occupare di mangiare a piacimento e senza particolari restrizioni di sorta.

Il risultato finale, è apparso piuttosto sorprendente: il primo gruppo ha infatti cominciato a optare per porzioni più piccole, anche se chi ha dato priorità a soddisfazione e sazietà si è poi concentrato su porzioni più abbondanti.

Conoscere cosa mangiamo è già di per sé uno stimolo a regolarci

In parole povere, la suddetta frase riassume il risultato complessivo della ricerca. Si tratta di un nuovo metodo psicologico che aiuta ancora una volta a comprendere come il primo passo per dimagrire è dentro il nostro cervello e non nell’attuazione di una dieta.

Un meccanismo alla portata di tutti

Questi meccanismi del nostro cervello, se attivati in maniera appropriata, possono consentire di agire in maniera davvero incisiva per quanto riguarda la nostra forma fisica.

Chiunque può affidarsi a questa metodologia per seguire una dieta con maggior efficacia e soprattutto con minor rischio di cadere in tentazione!

Fonte: Quotidiano.net

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martedì 17 luglio 2018

12 uova alla settimana non fanno male alla salute!

Mangiare troppe uova fa male: quante volte l’abbiamo sentito dire? A quanto pare però, ciò non è per niente vero!

Secondo alcune recenti ricerche, mangiare sino a 12 uova a settimana infatti (se integrate in un regime alimentare corretto) non aumenta nessun rischio per quanto riguarda la salute. A rivelare ciò è stato uno studio australiano, riportato dall’American Journal of Clinical Nutrition.

La ricerca che farà la felicità di chi adora le uova

Naturalmente non pensare di cavartela con le uova fritte: stiamo parlando per esempio di uova sode o comunque di cucinate in maniera quanto più salutare possibile.

La ricerca è stata portata avanti dal dottor Nick Fuller dell’University’s Boden Institute of Obesity in sinergia con la Sydney Medical School dell’università di Sydney e il Royal Prince Alfred Hospital.

Nello specifico, la ricerca ha preso in esame soggetti sottoposti a 3 mesi di una dieta ad alto consumo di uova (12 a settimana) e altri soggetti a consumo basso (2 o meno a settimana). Al termine del periodo, sono state effettuate analisi su entrambe le tipologie di soggetti, senza riscontrare particolari varianti per quanto riguarda le condizioni del sistema cardiovascolare.

Le uova non sarebbero dannose per il sistema cardiovascolare

I ricercatori hanno monitorato tutti i fattori che hanno un’accentuata incidenza per quanto riguarda problemi cardiovascolari, dal colesterolo sino alla pressione arteriosa, senza registrare significativi cambiamenti sia tra prima e dopo i 3 mesi, sia tra i due gruppi di soggetti coinvolti.

Gli autori hanno monitorato un ampio range di marker di rischio cardiovascolare, inclusi i livelli di colesterolo, di zuccheri nel sangue e la pressione arteriosa. E anche dopo un anno le uova si confermavano assolte: nessuna differenza significativa veniva evidenziata fra i 2 gruppi.

Questa ricerca andrebbe a sostenerle altre simili effettuate in passato, i cui risultati dimostrerebbero chiaramente come il consumo di uova (anche piuttosto intenso) ha un effetto praticamente nullo per quanto riguarda le concentrazioni di colesterolo nel sangue.

Al contrario di ciò, rimangono inalterate le sostanze che ogni uovo apporta alla nostra alimentazione, soprattutto proteine, che sono assolutamente essenziali per una dieta corretta ed equilibrata.

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sabato 7 luglio 2018

Cos’è e come funziona il metabolismo

Come funziona il metabolismo? Troppo spesso parliamo di questo meccanismo, dando per scontato che il suo funzionamento sia chiaro e limpido per tutti.

Questa meccanica infatti, risulta alla base di alcuni regimi alimentari, tra cui per esempio la famosa dieta del supermetabolismo. Forse è il momento di capire perlomeno le basi di ciò che accade nel nostro corpo.

Come funziona il metabolismo: facciamo chiarezza

Il metabolismo è tutto l’insieme dei processi biochimici che avvengono nel corpo umano (e non solo) per tramutare gli alimenti assunti in energia o comunque materiale sfruttabile dal fisico.

Un processo che diamo troppo spesso per scontato, ma che in realtà non è così: prima che il cibo venga assimilato infatti, deve compiere una serie di “lavorazioni” da parte del nostro corpo.

La necessità di assumere sostanze, naturalmente, varia da quante energie consumiamo quotidianamente: pare piuttosto logico che un atleta consumi molto di più rispetto a una persona sedentaria.

Proprio per questo è necessario suddividere il metabolismo in basale, ovvero quello standard, necessario per rimanere in vita e mantenere attive le funzioni vitali di una persona e quello invece legato all’attività fisica.

Sport e metabolismo

Ogni singolo organismo funziona in maniera leggermente diversa: di sicuro, il metabolismo basale ha un’influenza piuttosto pesante per quanto riguarda il fabbisogno energetico.

Cosa vuol dire ciò? Che l’attività fisica ha si un’incidenza, ma necessità costanza e grande perseveranza affinché possa influenzare in qualche modo il metabolismo.

Mentre si fa sport il metabolismo ha un consistente aumento e va a influire anche nelle ore immediatamente successive. Naturalmente non tutta l’attività fisica ha lo stesso risultato quando si tratta di influire su questi meccanismi: l’ideale sarebbe alternare attività aereobiche a esercizi da palestra.

Il consiglio in tal senso è di effettuare almeno 3 allenamenti a settimana (naturalmente con l’intervallo di almeno un giorno tra uno e l’altro) con possibilmente un’ora di attività piena. Come pare più che logico, non bisogna forzare ma aumentare gradualmente la mole degli allenamenti: in parole povere, devi arrivare a fine sessione con una moderata stanchezza ma non totalmente senza energie.

Cosa succede accelerando il metabolismo

Con un’alimentazione adatta e una giusta attività fisica è possibile accelerare il metabolismo. Ma cosa comporta ciò? Consumando più energia e quindi più elementi assimilati, si tende a ingrassare di meno in quando vi è un accumulo minore di sostanze.

Il risultato? La tendenza generale è quella di non ingrassare ma di mantenere stabile (o persino ridurre) la propria massa corporea.

 

 

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martedì 3 luglio 2018

La pasta fa ingrassare? No e ti spieghiamo perché!

La pasta fa davvero ingrassare?

Le diete impongono molto spesso delle rinunce dolorose a tavola. Tra queste, spesso figura un alimento molto caro a noi italiani: la pasta.

Ma questo tipo di cibo è davvero così deleterio per il tuo fisico? Perché la maggior parte di regimi alimentari ci vieta i tanto amati spaghetti?

La pasta fa ingrassare? I carboidrati sul tavolo degli imputati

Anche la stessa Dieta Plank impone la rinuncia alla pasta: per comprendere meglio il perché però, bisogna parlare di carboidrati.

Va detto che esistono principalmente due tipi, quelli detti raffinati e quelli grezzi. Il primo tipo, viene generalmente assorbito più facilmente a livello sanguigno e va a influenzare negativamente l’indice glicemico.

I carboidrati grezzi (di cui fa parte la pasta) risultano invece con un basso indice glicemico e sono dunque meno dannosi.

Secondo Laura Chiavaroli, ricercatrice di origine italiana presso l’istituto canadese St. Michael’s Hospital “lo studio ha rilevato che la pasta non ha contribuito all’aumento di peso o all’aumento del grasso corporeo” teoria poi rafforzata dal collega John Sievenpiper. “In realtà l’analisi ha mostrato una leggera perdita di peso, quindi contrariamente alle preoccupazioni, la pasta può essere parte di una dieta sana come ad esempio quella a basso indice glicemico“.

Lo studio effettuato ha coinvolto un campione di persone che ha mangiato una media di 3,3 porzioni di pasta ogni settimana. I risultati hanno evidenziato che avevano perso circa mezzo chilo in 12 settimana.

Naturalmente, i ricercatori sottolineano come sono necessarie maggiori ricerche per comprendere se realmente la perdita di peso è un effetto strettamente connesso all’assunzione dell’alimento e quali siano gli altri fattori determinanti per il dimagrimento.

Con un’abbuffata di pasta quindi posso dimagrire?

Anche se sarebbe davvero bello, il realtà non è così: se stai seguendo un regime alimentare devi mantenerti scrupolosamente alle sue direttive per ottenere risultati. C’è da tenere poi anche un fattore estremamente importante, ovvero il fatto che gli studiosi non hanno tenuto conto del condimento…

Dalle prime ricerche sino ai risultati concreti d’altronde, c’è una distanza abissale… sognare e sperare però, infondo non costa nulla!

Fonte: Ansa.it

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